Il progetto (che si affianca al Piano casa sull’edilizia pubblica) prevede due interventi. Il primo prevede la costruzione di circa 5.000-6.000 alloggi; il piano, concordato con le Regioni, prevede 550 milioni. Il secondo prevede, invece, un aumento delle cubature, pari al 20%, delle costruzioni esistenti e la possibilità di abbattere edifici vecchi la cui costruzione risale al 1989 per costruirne di nuovi con il 30% di cubatura in più (o 35% adoperando la bioedilizia o puntando sulle energie rinnovabili).
Ogni intervento, secondo quanto stabilito, dovrà rispettare le norme sulla tutela dei beni culturali e paesaggistici e non potrà riguardare edifici abusivi. Altra previsione annunciata, inoltre, sarà il contributo di costruzione sugli ampliamenti che si ridurrà del 20% in generale e del 60% se l’abitazione è destinata a prima casa del richiedente o di un suo parente fino al terzo grado.
Piano casa è incompatibile con le agevolazioni del 36% e del 55%
I lavori di ampliamento in attuazione del Piano casa usufruiscono della detrazione del 36% e del 55% nel solo caso di spese riferibili a parti dell’edificio preesistenti
La detrazione Irpef del 36% e del 55%, prevista per i lavori di ristrutturazione edilizia e di riqualificazione energetica, non spetta in caso di ampliamenti effettuati in attuazione del Piano Casa. Questo è quanto ha ribadito l’Agenzia delle Entrate con la risoluzione n. 4/E del 4 gennaio scorso. L’Agenzia, infatti, chiarisce che nell’ipotesi di demolizione e ricostruzione le agevolazioni non spettano in quanto l’intervento viene considerato una nuova costruzione. Invece, nel caso in cui la ristrutturazione avvenga senza demolizione dell’edificio preesistente e con ampliamento, la detrazione Irpef compete per le sole spese riferibili alla parte esistente.